"La più tremenda barbaria del mondo contemporaneo"Alexandr Soljenitîn
"Le scenette su argomenti religiosi, le messe nere pensate per Pasqua o Natale, impaurivano i detenuti. In questi momenti coloro che soffrivano di più erano i studenti di teologia, 'vestiti' come Cristo in abiti di celebrazione sporchi di feci. Erano obbligati di fare la comunione con feci e urina e al posto della croce li si dava un fallo fato da sapone che tutti dovevamo baciare. Gli altri cantavano canti religiosi però con testi cambiati in maniera schifosa dove Gesù e Maria venivano insultati. Talvolta i detenuti partecipavano nudi..."
- Alin Muresan, Pitesti. "Cronica unei sinucideri asistate" - Editura Polirom, 2007 (La cronaca di un suicidio assistito)
"L'immaginazione delirante di Turcanu (N.R. Il capo dei torturatori) irrompeva soprattutto quando aveva a che fare con i studenti cristiani che facevano di tutto per non rinnegare Dio. Alcuni di loro venivano “battezzati” ogni mattina: li spingeva la testa nella bote con urina ed escrementi mentre gli altri detenuti recitavano il ritto del battesimo. Tutto durava finché uscivano le prime bolle d'aria."
- Virgil Ierunca, "Fenomenul Pitesti"
"Con la tortura permanente si desiderava ottenere la depersonalizzazione degli studenti e per questo essi erano obbligati a rinnegare i propri cari e i propri valori: Dio, fratelli, genitori, amici. Sono stati costretti a bere urina e mangiare feci! In questo modo il torturato era sterminato, sperimentando disgusto per se stesso e per la propria debolezza. Non solo, ma si sentiva incapace di tornare come era prima, riavere la sua dignità. Il dolore che sentiva superava di tanto la resistenza di qualsiasi essere umano."
- Eugen Magirescu, Moara dracilor. Amintiri din închisoarea de la Pitesti, Editura Fronde, Alba-Iulia - Paris, 1994, p.6 (Il Mulino dei diavoli. Dei ricordi dal carcere Pitesti)
"...mi hanno svestito, mi hanno spinto in bocca, con i cucchiaio, le mutande sporche, riempiendomi di sangue. Mi hanno legato le mani dietro e con una fune mi hanno legato i piedi. Ciò che è successo dopo non si può descrivere a parole...botte in testa, pugni in faccia per sfigurarmi, mille colpi sulla schiena, alle costole, nel torace e alla pianta dei piedi. Decine di svenimenti e poi da capo per ore intere...e lo spioncino che vegliava sempre, sempre. Mi hanno spezzato le ossa, i polmoni, il fegato. Saltavano con i scarponi sulle mie ossa, sui miei polmoni."
- Eugen Magirescu, Moara dracilor, în Memoria nr.13, p.38
"Cornel Luca, calpestato giorno e notte è stato obbligato a inghiottire una grande quantità di sale e poi impedito di bere l'acqua. Le sue reazioni fisiologiche sono state devastanti. Nella bocca aveva una grande ferita. La sete era tremenda, più forte della fame, lo faceva impazzire. Prima, quando era obbligato a bere urina, lo faceva con tanta sofferenza ma adesso con la sete che aveva voleva bere di sua iniziativa e non veniva lasciato. Mentre lavava il water, succhiava le gocce d'acqua che cadevano dal panno umido. Qualcuno lo ha visto ed è stato selvaggiamente picchiato e nuovamente obbligato di inghiottire un'altra quantità di sale."
- Viorel Gheorghita, "Et ego. Sarata-Pitesti-Gherla-Aiud Scurta istorie a devenirii mele", Editura Marineasa, Timisoara, 1994, p.154
"All'ordine di Turcanu si doveva simulare delle scenette sessuali. Durante la Quaresima, il torturatore divideva i ruoli: “l'asino” toccava Maria Maddalena, “Giuseppe” sodomizzava l'asino che stava con la testa poggiata nelle braccia della “puttana Maria” che a sua volta era sodomizzata da “Gesù”. Coloro che erano già stati rieducati e per primo Turcanu, manifestavano un piacere diabolico nel prendere in giro i detenuti credenti chiamati i “mistici”. Queste scenette avevano un impatto devastante sulle vittime che cercavano comunque il loro ultimo supporto nella fede. Tuttavia, dopo la partecipazione alle messe nere, tutta la loro fede era scossa dalle fondamenta (...)."
- Alin Muresan "Reeducarea prin tortura", Memoria, nr. 4/2006
"Le simulazioni su argomenti religiosi, le messe nere per Pasqua o Natale, sconvolgevano i detenuti. In queste occasioni, coloro che soffrivano di più erano i studenti di teologia. Vestiti come “Cristo”, in abiti sacerdotali sporchi di escrementi, erano obbligati di dare la “comunione” di urina e di feci. Al posto della croce li veniva confezionato un fallo di sapone che gli altri detenuti erano obbligati baciare. I detenuti erano obbligati di cantare i canti della messa ma con i testi cambiati, con delle parole schifose che offendevano Gesù e la Vergine Maria. Altre volte i detenuti erano lasciati nudi..."
- Alin Muresan, Pitesti. "Cronica unei sinucideri asistate" - Editura Polirom, 2007
"Durante il processo di depersonalizzazione, i studenti erano obbligati, attraverso delle torture inimmaginabili, di tradire i propri cari: i genitori, i fratelli, gli amici e anche Dio. Loro erano stati costretti a bere l'urina e magiare le feci. L'essere umano era in questo modo schiacciato, annullato. Schifato per la sua propria debolezza, l'individuo non potrà mai più riprendere la sua dignità di fronte alla propria coscienza."
- Eugen Magirescu, Moara dracilor. Amintiri din închisoarea de la Pitesti, Editura Fronde, Alba-Iulia - Paris, 1994, p.6